Il correntista è libero di depositare e prelevare dal proprio conto corrente denaro contante senza limiti di importo. Il limite di tracciabilità di € 3.000 (nuovo limite dal 01/01/2016) è riferito solo ai pagamenti tra soggetti diversi.
Il dipendente della banca potrà chiedere spiegazioni delle ragioni del prelievo, o della fonte della somma versata, quando si tratta di cifre consistenti. Ciò al fine del rispetto degli obblighi relativi alla normativa sull’antiriciclaggio. Obblighi che impongono di tracciare i movimenti di denaro e raccogliere le informazioni relative ad operazioni sospette. Tali informazioni andranno poi fornite alla sede centrale della Banca che valuterà se dare informativa alle autorità.
In ogni caso il prelievo da parte del titolare del conto di una somma superiore a € 3.000 non può essere mai osteggiato dalla banca, che non può rifiutarsi di consegnargliela. È chiaro che però tale operazione può avere gravi risvolti fiscali, perché quell’importo prelevato non potrà essere utilizzato per effettuare acquisti di valore unitario superiore ad € 3.000, e potrebbe far scattare per l’imprenditore (e non per il professionista e privato) la presunzione di acquisti in nero, con conseguenti ricavi in nero.
Infine sono da evitare versamenti superiori ad € 2.500, utilizzando banconote da € 500 o € 200, perché obbligherebbero la banca ad effettuare una “verifica rafforzata” ai fini dell’antiriciclaggio.