OUR PEOPLE: CONOSCIAMO MEGLIO LUCIA DI SPAZIO FISCALE

"Dietro i numeri di una dichiarazione dei redditi, sai esattamente quello che succede a chi ti sta davanti: è come una lastra, puoi leggergli dentro. Cerco di accogliere le loro situazioni e di avvicinarmi."

 

 

Se la vita è un viaggio, viaggiare è vivere due volte.

Questi versi di Omar Khayyam riassumono meglio di mille parole, chi è Lucia: io viaggio, dentro di me, attraverso le persone che incontro, in luoghi vicini e lontani.

Quando ero più giovane, l’esigenza di esplorare - anche tra le pieghe di chi sono - mi ha portato a scegliere di studiare ragioneria, pur non avendo una grande passione per gli schemi. Strano, non è vero?

Eppure, la matematica per me era una sicurezza: io non sono una che ha molte certezze, penso che ci sia sempre un altro modo a cui guardare le cose. La matematica, invece, ha le sue regole, due più due fa sempre quattro. Ecco spiegata ragioneria.

Finite le superiori, mi sono guardata attorno in cerca della facoltà giusta. Anche in questo caso, volevo esplorare, cambiare, provare qualcosa di totalmente diverso: architettura, design.

Ma poi avrei dovuto smettere di giocare a pallavolo e non ne avevo voglia.

La pallavolo è sempre stata la mia passione, lo è tuttora, e quindi ho scelto di fermarmi.

Ma neanche tanto.

Negli ultimi anni di scuola, ho iniziato a lavorare in un albergo: il più del tempo lavoravo al bar. Passavano di lì tanti stranieri: ci capivamo, sebbene parlassimo poco le rispettive lingue.

Mi raccontavano di casa loro, di come si viveva, di cosa mangiavano: era come avere un biglietto d’aereo sempre in tasca.

È da quel bar che è nata la passione per i viaggi e per le altre culture.

Così, appena finita la scuola, accantonata l’università, mi ero già informata per andare a fare un periodo all’estero. Destinazione: Australia.

Poi il caso: sono stata assunta da Pierluca&Associati e sono già 22 anni che sono qui.

E poi ancora, ho conosciuto mio marito.

La vita è quella cosa che ti accade, mentre fai altri progetti, diceva John Lennon.

È così, la vita a volte prende percorsi autonomi.

Ma poi succede che quella strada io la faccio mia. Un’amica psicologa mi ha detto che magari il mio talento è riuscire a trovare il bello nelle cose, anche quelle che inizialmente sembra che io non abbia scelto.

Per esempio, di questo lavoro, capitato per caso, amo il contatto con le persone: mi arricchisce parlare con gli altri e mi fa star bene aiutarli a trovare soluzioni. Dietro i numeri di una dichiarazione dei redditi, sai esattamente quello che succede a chi ti sta davanti: è come una lastra, puoi leggergli dentro.

Cerco di accogliere le loro situazioni e di avvicinarmi. È tutto fuorché un lavoro freddo: si ha a che fare con la materia viva dell’esistenza degli altri.

Sempre per caso, mi è capitato spesso di cambiare postazione, di confrontarmi con diverse colleghe.

C’è chi conosco ormai da 22 anni, chi è arrivata nel frattempo, chi è andata e chi sta partendo. Da ognuna ho imparato qualcosa, anche lati di me che da sola non sarei riuscita a vedere.

Sono come un’esploratrice in costante ricerca di qualcosa da scoprire: per come la vedo io, ogni persona è un viaggio.

Quelli però con la valigia, verso posti lontani e culture diverse, mi mancano parecchio ora che con la pandemia i confini sono diventati più stretti.

Per la foto ho scelto una stampa del mondo, questa volta non a caso.

Amo le crociere, ne abbiamo fatte quattro e non vediamo l’ora di programmare la prossima: ogni giorno un porto diverso, una città nuova da visitare.

Siamo andati in mar Rosso, in Sri Lanka, alle Maldive: non c’è luogo che non ci abbia lasciato un ricordo prezioso: colori, sorrisi, gente, paesaggi. Il prossimo tappa sarà sicuramente New York: è una promessa per Emma, mia figlia, che ama le grandi città.

Quando partiamo, ogni volta torniamo diversi, ma anche contenti di tornare, perché casa per me sarà sempre dove c’è l’amore della mia famiglia e dei miei amici.

 

 

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