OUR PEOPLE: CONOSCIAMO MEGLIO JORIDA DI SPAZIO CONSULENZA

"Dico sempre che non c’è bisogno di prepararsi alla sofferenza: quando arriva, la affronti. Tutta la forza che ho dentro sono sicura che me l’abbiano trasmessa i miei genitori con i loro insegnamenti: e da quando loro non ci sono mi sento come se avessi un incantesimo d’amore che mi protegge."

 

 

La vita è come un melograno: siamo tutti chicchi uniti da un reticolo che ci tiene vicini gli uni agli altri.

Lo so per certo.

Sono nata in Albania dove ho vissuto fino a 18 anni.

Quando sono arrivata in Italia, l’italiano lo capivo abbastanza. Sono andata a Verona per studiare economia: prima la triennale, poi la magistrale e infine l’esame di stato, con cui sono diventata dottore commercialista.

In Albania ero brava a scuola e i miei genitori volevano che continuassi a studiare: desideravano il massimo per me.

Abbiamo scelto l’Italia perché era vicino e poi perché mio papà aveva una passione per l’italiano: per impararlo da ragazzo aveva addirittura copiato su un quaderno un libro di grammatica italiana di un suo amico. Un quaderno che ho ancora con me.

Così nel 2002 mi sono iscritta all’università.

I primi tempi tornavo a casa e piangevo. Mia madre diceva di tornare in Albania, se stavo così male, ma io ero determinata ad andare avanti: mi mancava la mia lingua, il mio cibo, i miei amici, ma volevo portare a termine quello che avevo iniziato.

Nel 2006 mio padre si ammala: non voleva assolutamente che interrompessi l’università per stare con lui.

Ho fiducia in te, non ti fermare, la tua vita deve andare avanti: me lo ripeteva sempre.

Voleva che costruissi il mio futuro. E io l’ho fatto.

Nell’autunno del 2006 mio padre muore, l’anno dopo va via anche mia madre.

Avevo 22 anni.

Mi sentivo un uccellino caduto dal nido che non sa volare.

In quel periodo conosco il mio fidanzato di allora.

La sua famiglia mi accoglie senza riserve: mi nutrono di affetto, sono un punto fermo su cui mi posso appoggiare.

Soprattutto il nonno mi prende sotto la sua ala: mi segue negli studi, mi incoraggia.

Poi la vita va in altre direzioni: dopo quattro anni la storia con il mio ragazzo finisce, ma non finisce la storia con la sua famiglia.

Quando mi sono sposata, è stato suo nonno ad accompagnarmi all’altare: era l’unica persona che poteva sostituire mio padre.

Mio figlio, che al matrimonio aveva 2 anni e mezzo, andava in giro con la mamma del mio ex moroso: le vuole bene come se fosse la sua nonna materna.

Tutti loro per me sono tanti chicchi di melograno che mi stanno vicino.

Ci sono altri chicchi nella mia vita: c’è la mia migliore amica in Albania, che è la figlia della migliore amica dei miei genitori. Per me è come una sorella.

In tutti i momenti importanti, c’è sempre stata. Quando sono rimasta incinta e ho avuto una gravidanza a rischio, si è presa un’aspettativa dal suo lavoro a Tirana per assistermi a Verona.

Il melograno parla delle connessioni della vita e anche del ricordo tenero di mio padre e suo padre che mi sgranavano i semi di cui ero ghiotta. Quando ero ricoverata in ospedale per la gravidanza, il mio nonno italiano mi portava le spremute di melograno perché sapeva che mi piacevano.

E come tanti piccoli semi racchiusi in un frutto, queste persone a me care, si sono conosciute e tra loro comunicano.

Nel 2016 nasce mio figlio. Ad agosto 2018 mi trasferisco a Senigallia; a settembre io e il mio compagno ci sposiamo; il mese dopo inizio a lavorare da Pierluca&Associati; a novembre inizio a star male.

Nausea, mal di testa, un malessere diffuso: non si capiva cosa fosse.

Ad aprile 2019 vengo ricoverata in ospedale per un mese intero. Non ce la faccio più, voglio uscire, ma dopo 10 giorni nemmeno devo rientrare in ambulanza: i miei reni avevano smesso di funzionare.

A maggio 2019 inizio la dialisi; il 12 ottobre 2021 ricevo in dono un nuovo rene.

Quando mi sono ammalata, tutti i chicchi del melograno mi sono stati intorno e lo sono tuttora.

Dico sempre che non c’è bisogno di prepararsi alla sofferenza: quando arriva, la affronti.

Tutta la forza che ho dentro sono sicura che me l’abbiano trasmessa i miei genitori con i loro insegnamenti: e da quando loro non ci sono mi sento come se avessi un incantesimo d’amore che mi protegge.

 

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