"Mi piace mettere ordine nel caos, unire tutti i pezzi distinti per comporre un'armonia. Questo vale per i numeri come nei rapporti umani. Scoprire il talento di una persona vuol dire mettersi in ascolto, entrare in empatia.."
Sono entrata in Pierluca & Associati nel 2010. Avevo 25 anni, ora ne ho 40.
Alle superiori ho fatto il liceo sociopedagogico, poi all’università ho scelto economia perché mi sono resa conto che diventare insegnante o psicologa non mi interessava. Preferivo le materie scientifiche ed economiche, ma i 5 anni del liceo hanno nutrito le mie competenze linguistiche: nella vita non si butta mai via nulla.
Quando sono arrivata qui, ero particolarmente timida: il lavoro non è solo esercitare una comptenza, ma anche costruire relazioni con gli altri.
All’epoca ho fatto fatica: appena laureata, trovarmi davanti un commericalista, un ragioniere, i clienti, era troppo tutto in una volta.
Ho dovuto lavorare parecchio sulla mia timidezza, le colleghe mi hanno aiutato a inserirmi.
Ed è stato un bene, perché il lavoro che faccio mi piace tantissimo.
Il lavoro è una seconda casa: con tante persone che sono passate per lo studio, i contatti sono rimasti.
Da noi c’è un bel modo di stare insieme, paritario, che ci consente di relazionarci in modo tranquillo e di lavorare per obiettivi.
Quando stai bene sul tuo posto di lavoro, lavori anche meglio e ne beneficia anche la vita fuori.
La mia vita.
Faccio fatica a parlarne, ma la mia esistenza è divisa in due metà: un prima e un dopo.
La vita cambia in un istante: c’è un momento in cui sembra che tutto vada bene e poi arriva una telefonata.
A 31 anni è cambiato tutto: sono passata da bambina ad adulta in un secondo.
L’oggetto che ho scelto per la foto è un libro di fiabe: è il mio oggetto magico.
Grande, cartonato, pieno di illustrazioni colorate: ci sono tante storie, di cavalieri, animali del bosco, don Chichotte.
Lo legge spesso mio figlio più grande, lo apre, lo sfoglia: c’è una pagina in particolare che lo attira, quella con un pappagallo grande grande colorato. C’è stato un periodo che mio figlio era appassionato di pappagalli.
Nel periodo più buio, Daniele, il mio compagno, ha saputo starmi vicino e insieme abbiamo costruito il dopo.
Nel “dopo” ho imparato che, nonostante le cicatrici rimarrano sempre dentro di noi, la vita può riempirsi anche e ancora di cose bellissime.