Il 90% dei piccoli imprenditori italiani commette statisticamente sei errori fatali durante la gestione della propria azienda, che possono portare alla chiusura dell’azienda.
Il 90% dei piccoli imprenditori italiani commette statisticamente sei errori fatali durante la gestione della propria azienda, che possono portare alla chiusura dell’azienda.
Ecco quali sono:
Chiunque faccia impresa ha un unico e pressante obiettivo: quello di fatturare!
Ma la domanda che spesso alcuni neanche si pongono è: “La mia attività imprenditoriale nasce per fatturare o per guadagnare?”
Il legame tra fatturato e guadagno non è del tutto automatico: esiste un’attività che seppur raggiungendo buoni livelli di fatturato potrebbero non raggiungere di conseguenza un buon livello di guadagno, o talvolta addirittura nessuno.
Come avviene questo? Perché spesso mancano gli strumenti in grado di monitorare non solo il fatturato ma soprattutto l’andamento economico e il suo risultato: l’utile, il margine, la redditività.
L’ansia di acquisire nuovi clienti, può indurre l’imprenditore a commettere gravi errori.
Errori che si ripetono in modo sistematico, se i calcoli sui margini effettivi di guadagno dell’impresa non si fanno. La maggior parte delle aziende è portata erroneamente a lavorare in perdita, perché spesso c’è l’idea che vendere un prodotto o servizio in perdita sia strategico per acquisire nuovi clienti, ai quali poi vendere i prodotti con margini di guadagno superiori.
È fallimentare nel momento in cui non sia la misura delle perdite prodotte.
Porsi degli obiettivi concreti è il punto di partenza per sviluppare una strategia aziendale.
Un obiettivo per essere concreto deve essere scelto basandosi su dati ed informazioni precise Senza il supporto di un affidabile sistema di controllo, è impossibile avere chiari gli obiettivi che l’azienda debba raggiungere; un po’ come se la nostra “nave” stesse viaggiando senza una meta.
Per questo l’imprenditore deve stabilire gli obiettivi da seguire, verificare che questi siano rispettati e poi, in base al cambiamento dei mercati, apportare modifiche, al fine di raggiungere il miglior risultato possibile.
Gestire bene significa anche pianificare il futuro, tracciare appunto una “rotta”. In questo senso quante piccole imprese fanno il budget? Redigere il budget non è un optional, bensì un obbligo!
Il budget previsionale, lo dice il nome stesso, è una previsione. All’inizio di ogni mese quella previsione deve essere confrontata con la realtà, in modo da poter fare le giuste considerazioni su come pianificare le spese in relazione agli utili di esercizio.
Se questo confronto non viene effettuato si è ciechi nella gestione aziendale. Possiamo paragonare la gestione del budget alla rotta tracciata su una mappa e poi seguita da una nave.
Aumentare i prezzi di vendita o ridurli? Realizzare direttamente i prodotti oppure acquistare o rivenderli?
L’importante è fare calcoli e analisi dettagliate basate sui numeri. Chi invece decide di istinto rischia di commettere gravi errori sulle strategie da adottare in questo senso.
Se non si conosce quanto costa produrre un prodotto un servizio, non lo si venderà mai al giusto prezzo, quindi i profitti saranno sempre più bassi. Nella determinazione del prezzo di vendita è particolarmente importante prendere in considerazione i costi fissi, che vanno ad incidere significativamente nel prezzo finale.
Gli investimenti sono molto importanti perché aiutano a far progredire e crescere il business. Però occorre gestire gli investimenti avendo ben chiara la loro sostenibilità finanziaria.
Decidere gli investimenti di pancia, e quindi di istinto, non è una buona cosa perché gli investimenti devono essere fatti se sostenuti da dati precisi, altrimenti ci si espone al rischio di insostenibilità.
L’imprenditore per evitare di commettere i sei errori fatali sopraindicati deve avere il suo centro di comando: deve poter avere sottomano dati aggiornati, precisi e affidabili della sua impresa, su cui prendere decisioni tempestive.
Da dove prendere questi dati?
Dal bilancio! A condizione che venga letto non con l’ottica fiscale ma in una ottica aziendale, sicuramente più utile all’imprenditore.
Le informazioni che si possono ottenere dal bilancio letto in ottica aziendale, sono di tre tipi:
a) Economiche: quanto sto fatturando? Sto guadagnando? Cosa posso fare per guadagnare di più?
b) Patrimoniali: quanti sono gli investimenti fatti nell’azienda e come sono stati coperti? Se oggi chiudo e vendo tutto, cosa mi rimane in tasca?
c) Finanziarie: perché se sulla carta sto guadagnando, non ritrovo quei soldi in banca? Come sto facendo fronte agli impegni assunti? Posso aumentare la mia liquidità?
In conclusione il nostro consiglio è quello di: