Versare al fondo pensione senza dedurre i contributi? È possibile, ma serve attenzione. Ecco cosa comporta e come evitare brutte sorprese fiscali.
Quando si parla di previdenza complementare, uno dei vantaggi principali è la deducibilità fiscale dei contributi versati nei fondi pensione.
Tuttavia, non sempre i contributi sono effettivamente dedotti: in questi casi si parla di fondo pensione non dedotto. Ma cosa significa esattamente? E quali sono le implicazioni pratiche?
Un fondo pensione è uno strumento di previdenza integrativa che permette ai lavoratori di accumulare risorse durante la vita lavorativa per ottenere una rendita aggiuntiva alla pensione futura.
Per legge, i contributi versati a un fondo pensione sono deducibili fino a 5.164,57 euro l’anno (limite valido al 2025). Questo vuol dire che si può detrarre questa somma dal reddito imponibile, ottenendo un risparmio fiscale.
Tuttavia, può succedere che:
Quando si andrà in pensione e si riceverà la prestazione del fondo, il fisco applicherà una tassazione agevolata solo sulla parte di prestazione relativa ai contributi dedotti.
I contributi non dedotti, invece, non sono tassati al momento dell’erogazione, perché non hanno mai goduto di benefici fiscali. Proprio per questo è essenziale tenere traccia degli importi non dedotti, comunicandoli al fondo pensione ogni anno (entro i termini stabiliti).
In mancanza di tale comunicazione, si rischia una doppia imposizione: quei contributi verrebbero tassati pur non avendo goduto di deduzione.
Il fondo pensione resta uno strumento molto vantaggioso per costruirsi una pensione integrativa. Tuttavia, è fondamentale gestire con attenzione l’aspetto fiscale, soprattutto in caso di contributi non dedotti. Tracciarli e comunicarli correttamente permette di non pagare imposte inutili al momento della pensione.