Donazione di somme tra parenti

Gli italiani devono ormai prendere confidenza con i bonifici bancari poiché l’occhio del fisco negli ultimi anni è diventato particolarmente attento e severo: chi infatti spende più di quello che guadagna viene sottoposto ad accertamento fiscale (c.d. redditometro), quando non riesce a dimostrare la provenienza dei redditi.

Non basta più dire che i soldi “in più” sono frutto di un sostegno economico ricevuto da un genitore. Bisogna anche dimostrarlo. Ecco perché il consiglio migliore che in questi casi si può dare è quello di far transitare, tramite bonifico bancario, le somme dal conto corrente del genitore donante a quello del conto del figlio donatario. Nel caso in cui uno dei due sia sprovvisto del conto, è possibile utilizzare un assegno.

Nel caso del bonifico dovrà essere indicata come causale “regalia” ed eventualmente l’evento ad esso collegato (matrimonio, compleanno, etc.). Il bonifico può essere utilizzato per cifre di modesto importo, in relazione alla condizione del donante. Per importi superiori ad € 10.000/€ 20.000 diventa opportuno redigere una scrittura privata: atto notarile di donazione, o scrittura privata di prestito infruttifero con data certa.
Infatti se manca la forma dell’atto pubblico la donazione di denaro sarà nulla e potrà essere impugnata da aventi diritto (creditori o parenti), pur essendo regolare sotto l’aspetto fiscale.
Invece se manca la scrittura privata che disciplina il prestito, potrebbe essere contestato il trasferimento come pagamento di prestazioni “in nero”.

Si ribadisce che tali accortezze sono consigliabili per importi rilevanti.

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