La normativa italiana disciplina orari, riposi e straordinari per tutelare la salute e sicurezza dei lavoratori e garantire il recupero delle energie psico-fisiche
La legge stabilisce una durata massima settimanale di 40 ore. Tuttavia, i contratti collettivi possono derogare a questa disposizione, prevedendo un orario settimanale inferiore alle 40 ore oppure la possibilità di considerare l’orario normale come la media della prestazione lavorativa calcolata su un periodo superiore all’anno, configurando così un orario multi-periodale.
Vengono inoltre specificati i limiti massimi di orario, che non possono superare le 48 ore settimanali, inclusi gli straordinari, calcolate su un periodo di 4 o 6 mesi.
I riposi sono un elemento cruciale per la tutela del lavoratore. Possiamo distinguerne 3 tipologie:
Il lavoro straordinario è quello svolto oltre l'orario normale di lavoro. La sua esecuzione è subordinata a precise condizioni e limitazioni:
Il lavoro notturno è definito come un arco di tempo di almeno sette ore consecutive che include l'intervallo tra le 24:00 e le 5:00.
È assolutamente vietato adibire al lavoro notturno le lavoratrici in stato di gravidanza (a partire dall’accertamento della stessa e fino al compimento del primo anno di età del bambino) e i lavoratori minori.
Mentre, non sono obbligati a prestare lavoro notturno:
Tra gli obblighi del datore di lavoro rispetto ai lavoratori notturni, ricordiamo in particolare:
VISITE MEDICHE:I lavoratori notturni devono sottoporsi a visite mediche preventive e periodiche a carico del datore di lavoro, per accertare l'idoneità.
INIDONEITA’ SOPRAVVENUTA:Se un lavoratore diventa inidoneo al lavoro notturno per motivi di salute, deve essere assegnato a un posto diurno equivalente, se disponibile. In caso contrario, il rapporto di lavoro può essere risolto per giustificato motivo oggettivo.
Il lavoro a turni è un modo di organizzare l'attività lavorativa in cui diversi lavoratori si alternano sulla stessa postazione, seguendo un programma prestabilito, anche rotativo. Questo può avvenire in modo continuo o discontinuo, con orari diversi durante il giorno o la settimana.
I lavoratori a turni hanno diritto a pause, riposo giornaliero e riposo settimanale, con alcune specificità:
RIPOSO SETTIMANALE: Può cadere in un giorno diverso dalla domenica. Deve essere garantito almeno ogni sette giorni, cumulato con il riposo giornaliero, e può essere calcolato come media su un periodo massimo di 14 giorni.
LAVORO DOMENICALE: I contratti collettivi possono prevedere un giorno di riposo compensativo.
Molti contratti collettivi prevedono maggiorazioni retributive specifiche per il lavoro a turni
Anche in forma sintetica, è evidente che la disciplina dell’orario di lavoro è complessa, perché cerca di bilanciare le esigenze delle imprese con la tutela della salute dei lavoratori.