Come aprire un sito E-COMMERCE

Chi avvia un’attività di commercio elettronico (e-commerce) deve porre in essere una serie di adempimenti di carattere amministrativo, contabile e fiscale, al fine di evitare le sanzioni di seguito descritte:

  • Comunicazione Unica alla CCIAA e all’INPS dell’attività di commercio al dettaglio via INTERNET (cod. attività 479110);
  • attribuzione partita IVA con comunicazione: dell’indirizzo del sito web, dati identificativi del provider, indirizzo e-mail, telefono e fax;
  • iscrizione al VIES, in caso di vendite in ambito UE;
  • presentare la SCIA al SUAP del Comune;
  • in riferimento alla fatturazione occorre distinguere tra commercio elettronico diretto (download di contenuti grafici o audio visivi) e commercio elettronico indiretto (commercio telematico di beni materiali). Nel primo caso (diretto) le operazioni sono considerate prestazioni di servizi, con la conseguenza che la rilevanza fiscale scatta al momento del pagamento con IVA al 22%. Inoltre l’acquirente italiano dovrà emettere autofattura da registrare nei registri IVA acquisti e vendite. Nel secondo caso (indiretto) le operazioni rientrano nelle vendite per corrispondenza, con conseguente esonero dell’obbligo di fatturazione e scontrino; rimane l’obbligo di annotazione incassi sul registro dei corrispettivi;
  • il sito deve obbligatoriamente contenere: titolare della ditta, partita IVA, posta elettronica; informazioni sul diritto di recesso: infatti il cliente ha diritto di recedere entro il termine di 14 giorni dal giorno in cui il consumatore riceve i beni; tuttavia se il venditore non fornisce al consumatore tali informazioni sul diritto di recesso, il termine per il valido esercizio del diritto è prorogato a dieci mesi.

 

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