TASSA SUL FUMO E SIGARETTE FAI DA TE

Aumento dei prezzi e stop alla vendita di filtri e cartine in supermercati e negozi etnici.

 

 

Aumento della tassa sul fumo 2020

La Legge di Bilancio colpisce i fumatori classici e del fai-da-te.

Dallo scorso 1° gennaio 2020, infatti, la manovra ha stabilito un rincaro dei prezzi di cartine e filtri e un aumento delle accise sul tabacco.

Un aumento, per quanto riguarda gli amanti della bionda fai-da-te, più contenuto rispetto a quanto precedentemente preventivato: 0,0036 euro a cartina, invece di 0,005 euro. Questo significa che, rispetto al 2019, oggi comprare un pacco da 100 cartine costa 36 centesimi in più.

Le novità che la Legge di Bilancio 2020 ha portato con sé non sono finite qui.

La Manovra ha infatti confermato l’aumento dell’accisa minima sui tabacchi lavorati di 5 euro al chilogrammo, oltre a nuove aliquote delle accise su tutti i tabacchi lavorati, quali sigari, sigaretti (detti anche “cigarillos”), sigarette, tabacco trinciato a taglio fino, altri tabacchi da fumo e, infine, tabacchi da fiuto e da mastico.

A salvarsi dall’aumento dei prezzi sono solo le sigarette elettroniche.

 

Cartine e filtri per le sigarette fai-da-te solo in tabaccheria

Altra grande novità riguarda la restrizione dei luoghi presso cui è possibile acquistare cartine e filtri.

Dallo scorso 1° gennaio 2020, infatti, le uniche abilitate alla vendita di questi prodotti sono le tabaccherie. 

Questo il primo effetto della nuova imposta di consumo introdotta dalla legge di bilancio (n. 160/2019).

Oltre al divieto di vendita di cartine e filtri nei supermercati e nei negozi etnici, il provvedimento dell’agenzia delle Dogane fissa anche le modalità di commercializzazione, e cioè:

  • definisce i prodotti accessori da fumo acquistabili dalle tabaccherie  → «cartine, cartine arrotolate senza tabacco e i filtri, funzionali al consumo dei trinciati a taglio fino per arrotolare le sigarette»;
  • identifica i soggetti presso cui acquistarli → i produttori o fornitori italiani o esteri obbligati al pagamento della nuova imposta di consumo.

C’è poi un ulteriore punto su cui vale la pena soffermarsi: la gestione delle scorte, tanto dei supermercati e dei negozi quanto delle tabaccherie.

Ai primi, l’agenzia delle Dogane ha previsto la possibilità di restituzione al produttore/fornitore dei prodotti già in commercio prima dell’introduzione del divieto.

I secondi, invece, potranno continuare a vendere le scorte acquistate entro il 31 dicembre 2019 sulle quali non grava imposta di consumo, previa comunicazione dell’inventario dei prodotti invenduti entro l’8 gennaio.

 

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